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le anime oneste 277


Parlando, ella si animava, gli occhi le splendevano, il sorriso dava come una vibrazione metallica alla sua dolce voce, eppure si capiva che ella si interessava ai discorsi altrui solo per gentilezza.

Senza che ella se ne curasse, le vesti le cadevano in modo che ogni piega sembrava studiata. Pareva fosse la stoffa che, fornita di un’anima amante, cercasse ravvolgere con eleganza la gentile personcina. Quando camminava, quando si voltava, i lembi della sottana si rivoltavano, s’impigliavano e poi tornavano a dispiegarsi in maniera adorabile, lasciando ogni tanto vedere i piccoli piedi calzati di scarpette grigie.

Caterina restò sbalordita e quasi mortificata. Al lusso e all’eleganza di Angela era già abituata, ma Anna, ma Anna!

Caterina allattava il suo primo bimbo, piuttosto bruttino e molto cattivo, diceva lei. Il primo pensiero, le prime carezze di Anna, come nove anni prima, al suo arrivo, erano state per Nennele, furono per questo piccino, che le sorrise subito. Ridendo, il piccolo Gio-