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capo d’anno 235


Alla lettura dei nomi di ogni coppia che avrebbe dovuto unirsi in matrimonio, echeggiavano alte risate. Quelli delle signorine le estraeva Nennele e quelli dei giovanotti Anna.

Tutti badavano perchè non accadessero degli imbrogli. A misura che Nennele estraeva il biglietto, lo porgeva ad Antonino che lo svolgeva e lo leggeva.

Venivano fuori dei bizzarri matrimoni divertentissimi: ma anche dei matrimoni assai convenienti.

— Cesario Velèna, — lesse Anna, e Antonino esclamò:

— Maria Cajenna!

— Diavolo! — mormorò Cesario, che fumava, evidentemente annoiato di dover passare tutta la serata in famiglia.

La signorina Cajenna era nientemeno che la figlia del sotto-prefetto, la signorina più chic della città.

Tutti restarono contenti di questo matrimonio. Dopo altre cinque o sei coppie, Anna domandò:

— Chi è venuta fuori ora?