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174 comincia il dramma


Lo scacchiere, Nennele l’aveva disegnato col carbone, su un gradino della scala. Anna si divertì a vederli un poco, senza esser veduta. Sulle prime giocarono flemmaticamente, ma poi, come sempre accade in questo mondo, cominciarono ad alzare la voce. Caterina, con la ragione del forte, pretendeva di vincer sempre lei. Benchè proteggesse Nennele ad ogni occasione, quando stavano soli l’angariava in tutti i modi. Anch’ella voleva educarlo a modo suo, e gli diceva:

— Devi star sempre zitto e dir sì, sempre sì ai grandi, capisci?

Ma Nannele non la capiva così.

Anna scoppiò a ridere, dietro la colonna, e gridò:

— Ah, è per questo, Caterina, che ti sei vestita così elegantemente?

Ma Caterina, infervorata, non le badò. Dava degli avvertimenti a Nennele, ma egli stizzito, ripeteva, per farla stizzire a sua volta, tutte le sue parole.

— Sei uno stupido, carino mio. Ecco, questa è mia. Uno, due e tre, ho vinto!