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capitolo xlii. 329

gentil messaggiero, per la fede che tu porti al tuo signore, che avete fatto di que’ due cavalieri?» Rispose il messo: «Furono abbattuti dal signore, e sono stati mandati in prigione nel castello». Il franco Meschino, grandemente s’allegrò, poichè seppe ch’erano vivi, e disse: «Va, e torna al tuo signore, e digli da parie mia che per l’amore ch’io porto a que’ due cavalieri, io combatterò con lui a corpo a corpo, e se egli mi vince, tutto questo bestiame è suo; ma se io vincerò lui, voglio ch’egli mi dia il suo castello, e mi renda que’ due cavalieri». — Il messaggiero tornò a Sinogrante, e fecegli l’ambasciata da parte del Meschino. Sinogrante se ne rise e disse: «Sia lodato Macone, che mi fa più grazia che non voglio! Digli che si faccia innanzi». Così fece il Meschino, e spronò il cavallo con una lancia in mano. Quando Sinogrante lo vide venire, stimò che egli fosse il cavaliero che lo mandò a richieder di battaglia, e spronò il cavallo verso il Meschino. Essendosi appressati l’uno all’altro, disse il Meschino: «Macometto ti salvi cavaliero!» Sinogrante si maravigliò che in un pastore fosse tanta gentilezza e cortesia, e rispose: «Tu sia il ben venuto». — Disse il franco Guerino: «Per tua fede, che è avvenuto dei due cavalieri che per trovar da mangiare vennero al tuo castello?» Disse Sinogrante: «Essi sono miei prigioni, ma dimmi tu che mi domandi, che hai tu a fare con loro?» Disse Guerino: «Que’ cavalieri sono miei cari compagni», e dissegli come la fame li aveva oppressi, e come non avevano ancora veduto questo bestiame, ma che un cavaliero glielo aveva insegnato. Disse Sinogrante: «Questi morti, ch’io vedo per la campagna, chi li ha uccisi?» Rispose il Meschino: «Certa questione che ebbero con certi cavalieri che passavano di qui». Intanto Sinogrante, mentre parlavano, molto guardava le armi del Meschino ed il suo cavallo e tanto gli piacquero, ch’egli disse: «O cavaliero, qualunque tu sia, ti conviene lasciar a me le tue armi e il tuo cavallo». — Rispose Guerino: «Per mia fede, tu devi essere un villano». Sinogrante si adirò e disse: «Adesso tu lo vedrai,» e preso del campo dieronsi due gran colpi colle lancie, poi misero mano alle spade ed una gran battaglia cominciarono. Quando i cavalieri di Sinogrante videro che il Meschino stette così saldo a cavallo, dubitarono della battaglia; i due combattenti adirati l’uno per il