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capitolo xxxv. 277


Non si credette nel campo la notte, esser tanto male se non la mattina seguente, e quando furono trovati tanti morti, benchè l’infelicità tornasse in gaudio, pure il principio fu cattivo per la morte di due mila cristiani. Essendo entrati Arfineo e Silonio nella battaglia, il rumore fu grande per tutto il campo; e il capitano avendo temenza che non fosse entrata altra gente nella città, si diè segno colle bandiere si suonasse la raccolta, e così fu fatto. Fra questo la gente del campo si ristrinse tutta insieme pedoni e cavalli: il capitano e Girardo solleciti facevano ritirare la gente insieme. Per questo furono la mattina molti alloggiamenti abbruciati, e tra i cristiani si accese maggiore ira per volontà della vittoria, in modo che corsero nella battaglia con grandissima furia, e poco combatterono che fu giorno chiaro. Allora Guerino vide nella battaglia Arfineo, e assaltollo con la spada in mano, e spezzatagli la testa per mezzo cadde in terra; il rumore si levò grande, e voltossi in danno verso quelli di Durazzo. I cristiani infiammati lo seguirono verso la terra con loro. Girardo vide Guerino in mezzo dei nemici fare tanto danno ch’era maraviglia; e diceva: «Questo è il più franco uomo del mondo, ed è ben certo cavaliero di Dio». In questo punto uscì fuori della città Madar con cinque mila cavalieri, e gran battaglia si cominciò per modo che molti cristiani fece morire. Guerino vedendo la sua gente a mal partito suonò il corno, e radunò quattro mila cavalieri, e con quelli fece una giravolta per la pianura, e percosse alle spalle, ovvero alle coste della gente di Madar, e scontrossi con lui sicchè lo passò con la lancia insino dall’altra parte, per la cui morte le sue bandiere furono gettate per terra, ed i cristiani per la morte di Madar ripresero forza, e misero i lor nemici in fuga. Vedendo Silonio la sua gente fuggire, gridava fortemente per farli volgere alla battaglia, ma niente gli valeva il gridare. E mentre ch’ei gridava alla sua gente, vide che Girardo il Pugliese pel campo faceva gran danno. Onde adirato rimise la spada nel fodero, prese una grossa lancia in mano, e spronò il suo cavallo, e per questo furono da quella parte molto danneggiati i cristiani, e molto peggio avrebbero avuto, se la voce dei cavalieri non si fosse fatta sentire al Meschino, il quale subito in