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142 | guerino. |
con ogni arte e con ogni ingegno, come fecero i nostri antichi. Partito Guerino da Persepoli in compagnia di Moretto, la notte e tutto il seguente giorno camminò pei boschi, selve, monti e valli, e per certe lagune del paese, poco dormendo, e sempre confortando la guida, perchè non si sgomentasse dicendogli che lo avrebbe fatto ricco. Essendo appresso Darida dieci miglia, alla mezzanotte i Sacomani di Persia erravano per le campagne cercando dello strame per i cavalli. Le loro scorte il videro apparire, e quando lo riconobbero levarono grande rumore e gridi di allegrezza pel capitano, del qual rumore tutto il paese ragionava, e tutta la gente d’arme correva per vederlo. I gridi andarono persino a Darida che il capitano loro tornava, e tutti i re e signori montarono a cavallo, e vennergli incontra, e quando lo videro, tutti smontarono da cavallo, i re si cavarono le corone ed abbracciaronlo. Vedendo ciò il Moretto, figliuolo dell’oste, stava come sbalordito, e quando furono all’entrare nella città Guerino il chiamò, ed in presenza di tutti lo fece cavaliere, e fecegli donar molto tesoro. Avendo poi inteso che nella città si trovavano cinquantamila cavalieri venuti dal Soldano, e che nella battaglia erano morti diecimila Persiani, e cinquantamila Turchi, il Meschino chiamò il Moretto, e disse: «Tu sei certo chi io sono, e però affrettati di tornar a Persepoli, e conforta Parvidas e tuo padre, e digli che fra cinque giorni sarò con tutta questa gente a Persepoli». Il Moretto tutto allegro se ne tornò. Guerino fece apparecchiare la sua gente, e partissi da Darida con centomila persone, lasciando fornita la città, perchè sapeva che il re Galismarte veniva. Andò fornito di vettovaglie per dieci dì, acciocchè, se gli fallasse che non avesse la città, non gli mancasse il vivere per la via.
Le genti persiane cavalcando per tre giorni trovarono mala via, sicchè sostennero gran fatica, fra le altre cose per certe lagune di acqua piovana. Onde cominciarono a dir male del lor capitano, e bestemmiare, ed avere paura dei loro nemici, e molti dicevano: «Noi andiamo dritto, e non sappiamo dove»; ed altri: «Sarebbe meglio tornare indietro». Ciò sentendo il Guerino fece fermare il campo, e chiamò a parlamento tutta la baronia, re, duchi, principi e marchesi, e loro parlò in questo