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CAPITOLO XIII.


Il Meschino va nella Persia in traccia di nuove avventure.


DD

opo tre giorni, che la gente era tornata a Tigliafa, il Meschino deliberò di partire, e pigliando il suo cammino verso ponente, di venirsene per la Persia e la Siria. Domandò licenza a quelli di Tigliafa, i quali fecero insieme consiglio di far gran doni al Meschino. Quando il Meschino ebbe ciò saputo, andò dove era radunato il consiglio, ringraziolli, e disse che non voleva da loro alcun dono per cosa che egli avesse fatto, che eglino ne lo avevano assai rimeritato con la compagnia, la quale gli avevano dato nell’andare agli Alberi del Sole, e che non voleva altro da loro se non alcune guide che lo menassero in Persia. Nullameno quelli volevano che accettasse da loro molte gioie, perle, oro, argento e molte pietre preziose; ma il Meschino niuna cosa tolse, se non certi danari per vivere lui e le due guide, che a guidarlo gli diedero, le quali erano due savi interpreti. Di più fece il Meschino donare qualche tesoro al Mediano, e fece che questi si rimanesse ad abitare in India; poi si partì. I cittadini di Tigliafa alquanto lagrimarono quando egli si partì da loro, e fu accompagnato insino ad una città chiamata Fagna dal valente capitano Cariscopo, dove giunti si abbracciarono molto, e si separarono piangendo.