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prefazione. ix

all’Isola di san Patrizio detta l’Isola Santa o l’Isola dell’Oro. In un bosco nel mezzo dell’isola trova un monistero di frati, il priore dei quali gli racconta la storia di san Patrizio, il primo a trovare siffatto luogo; e dopo averlo fatto stare in chiesa a digiunare per nove mesi, lo mette per la via del purgatorio, dove appena giunto

Venti crudeli e tempestosi sente,
     Caligin calda e puzzolenti odori;
     Gran romor sente fare armata gente
     Tuoni, lampi e balen, strida e romori.
     Batter sopra la testa immantinente
     Sentissi il cavalier dai trasgressori,
     Molte arme insieme, il cui suon si tempesta,
     Ch’esser gli par restato senza testa.

Una turba di demoni lo trasporta quindi sopra una gran vallata di ardentissime fiamme, le quali cominciavano ad abbruciarlo, per cui avendo egli proferito il nome di Cristo, ne venne subito liberato e posto in una terra a canto di una valle dove udivasi cantare il Miserere. Domandò Guerino a quella turba di demoni di quelle anime che mandavano sangue da tutte le parti, a cui rispose un demonio ch’essi furono accidiosi nel mondo, ma che poi pentiti dei loro peccati sono essi dannati a stare in quel luogo fin che ne sieno del tutto purgati. I demoni lo rapirono portandolo per aria e tenendolo sospeso fra il fuoco e lo zolfo, le tenebre e i lampi, e vide sotto di sè languire molte anime infuocate col ventre aperto, perchè furono invidiose. In un lago di draghi trovò i superbi, dove parlò col superbo capitano Lamberto di Pavia. Vide i golosi in una oscurissima valle piena di sterco e puzza; indi tragettato in un altro vallone, catene e ruote armate di rasoi e girate continuamente che minuzzavano in mille frantumi le anime degli eretici pentiti, le quali ritornavano poi intere per passar nuovamente sotto al loro tormento. I lussuriosi erano fra i tuoni, i venti, le tempeste, i lampi e il fuoco; in un mar d’acqua bollente gli avari, e in un gran piano, dal cui fesso terreno usciron puzzolenti fiamme, gl’iracondi. Dopo ciò Guerino vien gettato dentro un tempestoso pozzo, e trovasi in un piano che gira intorno ad un lago di ghiacci, nel mezzo del quale stanno mille anime confitte chi fino al mento, chi con tutto il corpo, chi solo le gambe, e chi tutte fuori coi soli piedi confitti —

Ed al gridar che usciva lor di seno
Pieno di motti crudi e disperati,
Conobbe esser nel regno de’ Dannati!

Quei dannati bestemmiavano gli elementi, Dio, i santi e l’uman seme; mirò le sterminate membra di Satanasso, che si vedeva dal bellico in su fuori del ghiac-