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LAERTE.
Al suoi amici io dischiudo le braccia, e simile a quell’uccello1 che dà la vita per pascere i figli, li alimenterò con il mio sangue.
RE.
Ora parlate da buon figlio e da vero gentiluomo. Se io sia innocente della morte di vostro padre, e se ne provi alto dolore, è cosa che apparirà così chiara al vostro giudizio come la luce apparisce chiara ai vostri occhi.
DANESI.
(di dentro) Lasciatela entrare.
LAERTE.
Che è ciò? Che romore è questo? (Entra Ofelia coi capelli adorni di fiori e di foglie bizzarramente intrecciati.) Oh febbre, dissecca il mio cervello! lagrime corroditrici, attutite il senso e spegnete la virtù de’ miei occhi! Pel cielo, la perdita della tua ragione sarà scontata in modo da far piegare dal nostro lato la bilancia. Oh rosa di maggio! cara fanciulla, buona sorella, dolce Ofelia!... Ah cielo, è egli possibile che la ragione di una giovinetta sia così caduca come la vita di un vecchiardo? La natura è purificata dall’amore, e quando ciò accade, essa tramanda qualche emanazione divina dietro alla cosa amata.
OFELIA.
«Essi lo portarono sulla bara col volto scoperto; sulla sua tomba furono versati flutti di lagrime.»2 Addio, mia colomba!
LAERTE.
Se tu possedessi ancora la tua ragione, e mi incitassi alla vendetta, non potresti commuovermi tanto.
OFELIA.
Dovete cantare: Giù, giù.. Egli é ito.... Non è più.... Oh come questo ritornello si addice alla filatrice, lorchè fa girar la sua ruota. È del falso maggiordomo che rubò la figlia del suo signore.
LAERTE.
Queste strane parole straziano più di un discorso sensato.
OFELIA.
Ecco il rosmarino che fortifica le rimembranze; amore, te ne prego, ricordami; ed ecco il fiore del pensiero.
LAERTE.
Vi è senso anche nel suo delirio; pensieri e rimembranze conformi.
OFELIA.
Eccovi erbe per voi,3 e ecco per voi ruta, e ne tengo un poco anche per me.... la potremmo chiamare l’erba di grazia della domenica;4 oh la dovete portare con devozione.... Ecco una margherita... vorrei darvi
  1. Al buon pellicano.
  2. Hey non nonny, nonny, hey nonny ritornello che nessun commentatore ha spiegato.
  3. Finocchio e colombino.
  4. La ruta era il simbolo del dolore. Per tal motivo veniva chiamata erba di grazia, avvegnache «Dio castighi coloro che ama.»