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cascata del Brembo, o scesi dai villaggi che sentirono primi il fremito e l’eco del giuramento di Pontida. — Buona e brava gente, — disse il Rogelli; — dai petti di ferro e dai cuori d’oro, belli egualmente a vedere quando porgono la mano all’ospite e quando l’alzano sul nemico. Molti di quei soldati avevano padri e fratelli nella Nuova Zelanda o in Australia, dove lavorano al taglio dei boschi o alle miniere, e ricevevan denari di là; e non pochi di essi vi sarebbero andati, forse; ma per ritornare, certamente, poichè per la patria essi rovesciano il proverbio: Lontana dagli occhi, vicina al cuore. Una rosa alla Valtellina, mistress Penrith! — Viva i Valtellinesi! — gridò la folla. — Viva Lecco! — Viva Bergamo! — Viva Chiavenna! — E ci parevan più belli e più trionfanti quei soldati italiani, perchè vedevamo con la fantasia, di là da loro, come il fondo oscuro d’un quadro lieto, la miseranda Lombardia del seicento; e pioveva fiori da tutte le finestre e da tutti i palchi; e brillava negli occhi di tutti un sorriso, un’espressione di gaiezza insolita, come se vedessero tutti all’orizzonte la riva maravigliosa del lago di Como, fuggente sulle acque azzurre e sotto il cielo rosato.



Un altro battaglione, un’altra visione. Si levano a destra i monti scoscesi ed altissimi che fanno cintura da settentrione a Val Brembana e a val Camonica e le cime bianche della giogaia del Tonale, di là dalla quale è il Tirolo tedesco; a sinistra la muraglia immensa delle Alpi, una fuga di coni e di guglie che fendon