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amministrazione digitale. Come infatti Domenico Squillace tiene a precisare, l’adozione di formati documentali aperti «risulta importante in particolar modo per i documenti della Pubblica Amministrazione, perché assicura la disponibilità in termini di lettura e di riscrittura del documento in qualsiasi momento, la massima interoperabilità tra i sistemi, la libertà di scegliere la piattaforma, il sistema operativo e il produttore (sia per l’utente che per l’Amministrazione stessa)».1

E non a caso il Decreto Legislativo 7 marzo 2005, n. 82 (comunemente noto come “Codice dell’amministrazione digitale”) si è occupato specificamente ed espressamente di questo argomento, inquadrandolo nell’ambito del diritto di accesso ai documenti, e ad oggi numerose leggi regionali hanno sottolineato e sviluppato i principi fissati a livello nazionale.

In questa appendice vorremmo dunque cercare di fornire una ricostruzione storica degli atti normativi (siano essi legislativi o regolamentari) che in Italia si sono occupati del tema degli standard e formati aperti. Teniamo sempre presente che questo tema raramente è disciplinato con interventi ad hoc ma viene per lo più fatto rientrare nell’ambito di interventi in materia di FLOSS per la pubblica amministrazione o ancora più genericamente in materia di e-government e pubblica amministrazione digitale.

2. I disegni di legge di Cortiana e Folena

Come ci ricorda la stessa Flavia Marzano2, a livello parlamentare le prime iniziative in tal senso si sono avute grazie a due disegni di legge presentati quasi contemporaneamente all’inizio del 2002 da Fiorello Cortiana in Senato e da Pietro Folena alla Camera, entrambi mirati alla promozione del pluralismo informatico attraverso la diffusione del FLOSS e degli standard aperti.3 Anche se questi disegni di legge non vengono mai effettivamente tramutati in legge dello Stato, hanno il merito di aver formulato per primi il principio secondo cui chiunque dovrebbe avere «il diritto di sviluppare, pubblicare e utilizzare un software originale compatibile con gli standard di comunicazione e con i formati di salvataggio

  1. Squillace D., Open Standard e OpenDocument Format, in Concas, De Petra, Marchesi, Marzano, Zanarini (a cura di), Finalmente Libero! Software libero e standard aperti per le pubbliche amministrazioni, Mc Graw Hill, Milano, 2008 (p. 135).
  2. Marzano F., Il FLOSS nella pubblica amministrazione, in Glorioso A. (a cura di), Il software libero in Italia, Shake, 2009 (p. 87); libro disponibile anche in versione digitale su www.copyleft-italia.it/flossitalia.
  3. L’iter di questi due disegni di legge viene approfondito in Rozza L., Le principali iniziative legislative sul FLOSS, in Glorioso A. (a cura di), Il software libero in Italia, Shake, 2009; libro disponibile anche in versione digitale su www.copyleft-italia.it/flossitalia.