Pagina:Alighieri - Comedìa, Foligno, 1472.djvu/125

Cio che non corſe indietro et ſiretenne
     diquel ſouerchio fe naſo lafaccia
     et lelabra ingroſſo quanto conuenne
Quel che giacea ilmuſo inanzi caccia130
     et liorecchi ritira perlateſta
     come face lecorna lalumaccia
Et lalingua cauea uinta et preſta
     prima aparlar ſi fonde et laforcuta
     nelaltro ſi richiude elfummo reſta135
Lanima chera fiera ditenuta
     ſu uolando ſi fuggi perlaualle
     et laltro dietro allui parlando ſputa
Poſcia liuolſe lenouelle ſpalle
     et diſſe alaltro io uo che buoſo corra140
     como fattio carpon perqueſto calle
Coſi uidio laſettima zauorra
     mutar et traſmutar et qui miſcuſi
     lanouita ſe fior lapenna aborra
Et auegna che liocchi miei confuſi 145
     foſſero alquanto et lanimo ſmagato
     non poter quei fugirſi tanto chiuſi
Chi non ſcorgeſſi ben puccio ſciancato
     et era quel che ſol deitre compagni
     che uenner prima non era mutato 150
Laltera quel che tu gauille piagni


CANTO. XXVI Del VIII bolgia contra quelli che mettono aguati et danno frodolenti conſigli. Et prima ſgrida contra fiorentini Ettacitamente p̃dice delfuturo et in pſona dulixe et diomedes pone lorpene.