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COMMENTI. 131


ridirlo col nostro autorevole Maestro, ad propositum repedare, quam frustra loqui

5. Nunquam se ad Curiale Vulgare direxit. Di tale difetto or vien accusato Guitton d’Arezzo, insieme cogli altri che si ricordano seguentemente. Costoro, scrivendo, parve si attenessero al linguaggio proprio de’ loro rispettivi Municipj, senza punto curarsi di eleggerne quel tanto, che, oltre ad esser meglio confacevole alla dignità dell’Arte, potesse per la sua eccellente forma appartenere a quella Curia pur col senno dominatrice in Italia e unita mediante il grazioso lume della ragione: Vulg. El., i, 18. Non però se ne deve argomentare, che il nostro Poeta riprovasse del tutto que’ DiaIetti toscani, nè tanto meno ch’egli non siasene giovato di preferenza nella sua Commedia. Che se qui scende a disfiorarli dell’orgogliosa pompa, di cui facevano mostra, si ristringe soltanto a certe particolarità, che, ove si vogliano guardare per bene, nulla tolgono all’intima e sostanziale bontà del Volgare Toscano. E noi ciò vedremo fra poco per indubitabili fatti e ragioni.

12. Loquuntur Florentini, et dicunt: «Manuchiamo introcque (mangiamo infrattanto): Non facciamo altro.» Dante rifiuta questi detti, non per sè stessi, ma solo in quanto non li stimava degni di quel Volgare Illustre, che propriamente serve a trattare le somme cose e s’adatta allo Stile tragico, richiesto per la Canzone, nobilissimo de’ componimenti poetici. Ma non si tenne poi dal recarli in uso nella sua Commedia, perchè questa essendo scritta nello Stile mezzano, gli era lecito di valersi di quel Volgare che si contiene tra l’umile e quello illustre, e che singolarmente s’addice al Poema mediocre: Vulg. El., ii, 12. Del quale Poema è a dolerci, che il nostro Autore non abbia potuto trattare, al modo che si proponeva, nel suo libro De Vulgari Eloquentia. Quando ciò gli fosse stato concesso, allora potrebbero viemeglio rischiararsi le precise Dottrine di lui, anco rispetto al Volgare umile e mediocre. E quindi avremmo nuovi e più sicuri argomenti a giudicare quanto sia erronea l’opinione di coloro, cui parve che l’Allighieri con l’altissimo Canto s’ingegnasse di dar fondamento e stabili norme al Volgare Illustre, come lo