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sopra la rima 407

tutti è noto, egli prese a cantar la disubbidienza e la caduta del primo uomo, e dettò quel poema, al quale se altri forse ricusa, dice l’Addisono, il nome di epico, gli sarà forza accordare il titolo di divino.

Sembra però assai naturale, siccome abbiamo per lo addietro ragionato, che la rima si abbia a ritenere ne’ componimenti composti massimamente di piccioli versi, la essenza dei quali sta nella leggiadría; e si debba al contrario sbandire dai componimenti composti di versi endecasillabi, e dai poemi eroici, a’ quali è consecrata la gravità della tuba.

Per non dissimili ragioni da quelle che abbiamo sino ad ora esposto, si dovrà medesimamente sbandirla dai poemi didattici, dalle

    them. Not without cause therefore some both Italian and Spanish poets of prime note have rejected rhyme, both in longer and shorter works, as have also long since our best English tragedies; as a thing of itself, to all judicious ears, trivial, and of no true musical delight: which consists only in apt membres, fit quantity of syllabes, and the sense variously drawn out from one verse into another; not in the jingling sound of like endings; a fault avoided by the learned ancients both in poetry, and all good oratory. This neglect then of rhyme so little is to be taken for a defect, (Though it may seem so perhaps to vulgar readers) that it rather is to be esteem’d an example set, the first in english, of ancient liberty recover’d to heroic poem from the troublesome, and modern bondage of rhyming.

    In a Writing prefixed by Milton to his Paradise lost entitled The Verse.