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Dialogo Terzi'. 143

delle felve, la cui fola colpa è il piacere, che noi troviamo a diilruggerlo con ragione, e con arte, noi non liberemmo 'di fenrirne il Tuono; benché era il corno da cacciale il noiiro orecchio folte fra p polla tutta quelli collina . Ciò avviene perchè le undulazioni, che fono eccitate nell'aria dal corno da caccia , allor quando incontrano la collina , non fi arretrano già per quello, ma piegando da' lari, e tutto intorno di ella, comunicano ali' aria oppolla fomiglianti undulazioni, in queha maniera che, fe voì gettafte in quella vafea un picciol fatto, quelle undulazioni, che lì formerebbon nell'acqua, non fi arrefterebbon già , quando inconirafTero il cannone del getto, mapiegandodà lati di elio fi comunicherebbono indifferentemente a tutta l'acqua , ficchè riferitile bbefi tutta la vafea, e ne ondeggierebbe . Voi vedete adunque, che fe la luce altro non fode che un' undulazione della materia eterea , comunicatale dalle vibrazioni del corpo lucido , non vi farebbe corpo frappollo, che ci potè ile impedire la villa del Sole , odi qualunque altro corpo lucido , o ciò che è lo Ite db , noi non avremmo mai ombra ; il che non lafcerebbc m affi me in quella Ilagionc di e (Te re un grande incomodo, che quello fillema ci recherebbe, e nulla più la preflìone del Defcartes a coprirci varrebbe , e a darci maggior frefeura . In cotal modo il Signor Newton l'inimico iurato degl' immaginar] fillcmi , e a cui l'idea della vera Filofofia dovrete , i recifo con un fol colpo le due principali tette della rinafeente Idra Cartesiana,