Pagina:Alfieri - Tragedie, Siena 1783, I.djvu/244

240 A N T I G O N E

Forte tener.

Emone.

Instabil Dea, non ella
Forza al mio cor può far. Del Ciel lo sdegno
Bensì temer, Padre, n’è forza. Or soffri,
Libero i’ parli: il tuo crudel divieto,
Che le fiere de’ Greci Ombre insepolte 55
Acheronte varcar non lascia, al Cielo
Grida vendetta. Oh! Che fai tu? Di Regno,
E di prospera sorte ebro, non pensi,
Che Polinice è regio Sangue, e Figlio
Di Madre a te Sorella? E sì pur giace 60
Ignudo in Campo: almen l’esangue busto
Di lui Nipote tuo lascia, che s’arda.
L’ultimo eccidio Antigone de’ Suoi
Tacendo soffre: del Fratello il corpo
Quella Vergine illustre abbiasi in dono. 65

Creonte.

A par degli empj suoi Fratelli Figlia
Non è costei di Edippo?