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libro ii - capitolo xi
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Il guerriero ha esposto la vita; e benché il capitano operi del pari colla mano e col senno, pure, per aver egli con ferite, con pericoli e travagli menomato il suo corpo, egli può oltre la gloria accettare altresí tali altre ricompense, che quella rimanente sua vita e piú commoda e piú larga e piú dolce gli rendano. Ma lo scrittore, che coll’intelletto soltanto lavora, per quanto anche ne venga a soffrire il suo corpo, egli però non lo espone mai a nessuno evidente pericolo. Il guerriero serve alla patria; e, a ciò eletto da lei, lavora per essa. E noterò qui di passo che guerrieri, altri che per la vera patria, io non ammetto fra i sommi: e i condottieri dei principi, se sommi pure sono stati, o sembrati tali ai nostri occhi, non l’erano essi certamente ai lor propri; che un Turenne, un Montecuccoli, o tale altro simile, non potea mai nel suo intimo core stimare se stesso, quanto un Scipione, un Annibaie, un Fabio, o tanti altri sommi, che capitani erano per la loro vera e libera patria. Ma lo scrittore, eletto all’arte sua da se stesso, non serve a nessuno altro che al vero; e non solo per la patria sua, ma per gli uomini tutti e presenti e futuri ei lavora. Chi dunque avrá e dritto ed ardire di ricompensarlo, se non se gli uomini tutti? E in qual modo? coll’accordargli la nuda gloria, che era la sola ricompensa da lui giá propostasi.

Parmi dunque che tutti i grandi uomini, che in un modo qualunque giovano agli altri, si possano degnamente ricompensare con aggiungere loro giusti premi alla gloria; ma che da questi tutti eccettuare si debbano i soli letterati; perché la loro arte è spontanea; perché si esercita con la mente soltanto, e senza pericoli; e perché in somma, abbracciando questa per la sua utilitá tutti gli uomini, non ne risguarda pure mai particolarmente nessuno.

A chi mi dirá che lo scrittore potrebbe pure abbisognare d’altro che di gloria, risponderò: — Scrittore eccellente non sará questi mai, né lo poteva mai essere; poiché egli si è pure proposto per fine dell’arte sua (per se stessa nobilissima) dei premi che tali non erano: premi che stanno in mano di pochi, che glieli possono negare come dare; che possono ingannarsi,