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Questa scala era difesa da don Antonio de Mariz e dalla sua gente; il ponte di legno era stato distrutto; ma ciò non ostante i selvaggi l’avrebbero rimesso agevolmente, se non fosse stata la resistenza disperata opposta dal fidalgo ai loro assalti.

Dal momento pertanto che don Antonio sospinto dall’amore corresse in difesa della sua famiglia, e abbandonasse la scala, i dugento guerrieri aimorè si precipiterebbero sulla casa, e non ci sarebbe coraggio che potesse loro resistere.

Loredano che ciò comprendeva, era ben lungi dal tentare il minimo assalto alla scoperta; la prudenza lo consigliava allora come avealo guidato nel primo giorno del combattimento.

Quello di cui andava in cerca, era un mezzo di far morire senza strepito, senza lotta, improvvisamente, don Antonio de Mariz, Pery, Alvaro e Ayres Gomes; fatto ciò, gli altri si unirebbero a lui per la necessità della difesa e l’istinto della conservazione.

Faceasi allora signor della casa: e o respingeva gli Indiani, salvava Cecilia ed effettuava tutti i suoi sogni di amore e di felicità; o moriva, dopo avere almeno vuotata fino a metà la tazza di piacere, che i suoi labbri non aveano per anco assaggiata.

Era impossibile che quello spirito satanico, fissatosi in un’idea per lo spazio di tre giorni, non pervenisse finalmente a trovare un mezzo onde consumare il nuovo delitto che tramava.