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Lo spettacolo che gli si presentò dinanzi, gli fece correre un brivido per l’ossa; la persiana aperta gli permise di vedere la fanciulla addormentata, e Loredano, che dopo aperta la porta del giardino avviavasi al letto.

Un grido di disperazione e di agonia stavaper prorompergli dal petto; ma l’Indiano, mordendosi le labbra, represse con forza la voce che si perdette in un suono rauco e piangoloso.

Allora, afferrandosi colle gambe, l’Indiano si collocò col corpo lungo il ramo, e tese la corda dell’arco.

Il cuore batteagli con violenza; e per un momento il suo braccio tremò all’idea che la sua freccia stava per passare vicino a Cecilia.

Quando però la mano di Loredano, protendendosi, si accingeva a toccare il corpo della fanciulla, non pensò, non vide più nulla, se non quelle dita vicine a contaminare col loro contatto il corpo della sua signora; non ricordossi che di quell’orribile profanazione.

La freccia partì rapida, pronta e veloce come il suo pensiero; la mano di Loredano stava confitta nel muro.

Fu solo allora che Pery riflettè, che sarebbe stato miglior partito ferir quella mano nella fonte della vita che l’animava; fulminare il corpo cui apparteneva quel braccio: la seconda saetta volò sopra la prima, e Loredano avrebbe cessato di vivere, se il dolore non l’avesse costretto a curvarsi.