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che si concepisse un sospetto senza prove; tuttavia, siccome la parola di Pery era per lui di gran valore, attendea dalla sua bocca il racconto di ciò che avea udito, per vedere qual importanza dovesse dare ad una simile accusa.

Pery ritirossi inquieto e pentito di non aver perseverato nel suo primo proposito; finchè que’ due uomini, che già supponeva espulsi, erano in vita, sapea che un pericolo soprastava alla casa.

Perciò risolse di non dormire; prese il suo arco e adagiossi sulla porta della capanna: benchè avesse la carabina datagli da don Antonio, l’arco era la sua arma favorita; non richiedeva tempo per essere caricato; non facea il menomo strepito; lanciava istantaneamente due o tre colpi; e la sua freccia era non meno terribile e precisa della palla.

Dopo un lungo intervallo, l’Indiano udì cantare un gufo dal lato della scala; quel canto gli parve strano per due ragioni; prima perchè era più sonoro del gracidare di quell’uccello malauguroso; secondariamente perchè in luogo di partire dalla cima di un albero, veniva da terra.

Questa riflessione lo fè levar in piedi; diffidò del gufo, che avea abitudini così diverse da quelle dei suoi compagni e volle conoscere la ragione di quella singolarità.

Dall’altro lato dello spianato vide passar tre uomini con certa circospezione; ciò accrebbe la