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— Come tardasti!... gli disse Cecilia alzandosi e movendo al suo incontro.

— Tu stavi al sicuro; Pery giovossi di questo tempo per non lasciarti sola domani.

— Domani sola?

— Sì, perchè arriveremo.

— Ove? dimandò la fanciulla con vivacità.

— Alle dimore dei Goitacazi, alla capanna di Pery, ove comanderai a tutti i guerrieri della tribù.

— E dipoi, come andremo al Rio de Janeiro?

— Non cruciarti; i Goitacazi hanno piroghe grandi, come quell’albero che tocca le nuvole; quando maneggiano il remo, esse volano sull’acqua come l’atyaty dalle ali bianche. Avanti che la luna, che sta per sorgere, sia scomparsa, Pery ti lascerà colla sorella di tuo padre.

— Lascerai... sclamò la fanciulla impallidendo. Tu mi abbandonerai?

— Pery è un selvaggio; disse l’Indiano mestamente: non può vivere in mezzo ai Bianchi.

— Perchè? dimandò la fanciulla con ansietà. Non sei tu cristiano, come Cecy?

— Sì; perchè facea di mestieri esser cristiano per salvarti; ma Pery morrà selvaggio, come Ararê.

— Oh! no! disse la fanciulla: io t’insegnerò a conoscer Dio, Nostra Signora, le sue vergini e i suoi angeli. Tu pregherai meco; tu non mi lascerai più!

— Vedi, signora: il fiore che Pery ti diè già