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Cecilia accostossi senza esser veduta, e stampò un bacio sulla fronte bruna di sua cugina.

— Già ti dissi che non voglio vederti triste.

— Cecilia!... sclamò Isabella trasalendo.

— Che è ciò? Ti faccio paura.

— No... ma...

— Ma che dunque?

— Nulla...

— So che vuoi dirmi, Isabella; giudicasti che conservassi un risentimento contro di te. Confessalo!

— Giudicai, disse la giovane balbettando, che mi era resa indegna della tua amicizia.

— E perchè? Mi facesti forse qualche male? Non siamo due sorelle, che dobbiamo amarci sempre?

— Cecilia, quello che dici non è quello che senti! sclamò Isabella maravigliata.

— Già t’ingannai altra volta? replicò Cecilia accorata.

— No; perdonami; ma è che...

La giovane non continuò; il suo sguardo terminò il suo pensiero, ed espresse lo spavento che cagionavale il procedere di Cecilia. Ma d’improvviso un’idea presentossi al suo spirito.

Pensò che Cecilia non avesse rivalità per lei, perchè la giudicava indegna di meritare un solo sguardo di Alvaro; questa riflessione la fece sorridere amaramente.

— Quindi resta convenuto, disse Cecilia con leggerezza, che nulla è accaduto fra noi; non è vero?