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L’amore rivelavasi in lei sotto una nuova forma; fino a quel dì l’affezione che provava per Alvaro era appena, come dicemmo, una confusione che la faceva arrossire, e un piacere che la faceva sorridere.

Giammai s’immaginò che cotesta affezione potesse mutare da quello che era; e produrre emozioni più forti di quello che sia un rossore e un sorriso; la gelosia dell’amore, quell’ambizione di far suo, e unicamente suo l’oggetto della propria passione, veniva ad esserle rivelata da sua cugina.

Stette pensierosa lunga pezza; consultò il suo cuore, e conobbe che non amava così; perchè giammai l’affezione che avea per Alvaro, poteva recarla ad odiare sua cugina, che amava come sorella.

Cecilia non comprendea quella lotta dell’amore cogli altri sentimenti del cuore; lotta terribile in cui quasi sempre la passione vittoriosa soggioga il dovere, la ragione e la volontà.

Nella sua ingenua semplicità era convinta che potea accordare insieme perfettamente la venerazione che avea per suo padre, l’affezione che sentiva per Alvaro, l’amore fraterno che consacrava a suo fratello e a Isabella, e l’amistà che tenea per Pery.

Questi sentimenti erano tutta la sua vita; in mezzo a loro sentivasi felice; nulla le mancava, come null’altro ambiva. Finchè potesse baciare la mano di suo padre e di sua madre, ricevere una carezza da suo fratello e da sua cugina, sor-