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— Temete che la vostra gente non torni a tempo da essa?
— Temo che non si perdano tutti per questi burroni, con questo temporale.
Il frate voltossi:
— Coloro che seguono la legge del Signore, stanno bene in ogni parte, fratello; in luoghi inospiti come in questa casa: i malvagi son quelli che devono temere il fuoco del cielo, e per questi non v’è nascondiglio che li ripari.
Fernando Aines sorrise ironicamente.
— Lo credete, frate Angelo?
— Credo in Dio, fratello.
— Tuttavia io preferisco starmene qui, anzichè a questo chiaro di luna.
— Non pertanto, interruppe Nunes, quello che dice il nostro reverendo missionario...
— E lasciate dir frate Angelo: qui sono io che mi adiro contro la tempesta; e là sarebbe la tempesta che si adirerebbe contro di me.
— Fernando Aines!... esclamò Nunes.
— Maledetta questa caccia! mormorò l’altro senza badarvi.
Il silenzio si ristabilì.
Di repente si aperse un nugolo, e una corrente elettrica, attorcendosi nell’aria come un serpente di fuoco, percosse sopra un cedro che stava di fronte alla casa.
L’albero si spaccò in due da cima a fondo; una parte restò in piè scarna e mutilata; l’altra piombando sulla piazzetta della casa battè addosso