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Non potea saperlo; il suo spirito perdevasi in un caos di dubbii e d’incertezze.

Fece un gesto a Ruy Soeiro e a Bento Simoes di tenergli dietro; e stringendo al seno la fatale pergamena, causa di tanti delitti, lanciossi per la campagna.

Non avean fatto che pochi passi, quando videro in distanza traversare la via da essi battuta un cavaliere, che Loredano riconobbe tantosto: era Alvaro.

Il giovane cercava la solitudine per pensare a Cecilia, ma specialmente per riflettere sopra un fatto che gli era accaduto quel mattino, e che non potea comprendere.

Avea veduto da lungi aprirsi la finestra di Cecilia; apparire le due fanciulle, scambiarsi un’occhiata; e poscia Isabella cadere in ginocchio ai piedi di sua cugina.

Se avesse udito quello che già sappiamo, avrebbe compreso il tutto perfettamente; ma lungi com’egli era, appena avea potuto vedere, senz’esser scorto dalle due fanciulle.

Loredano, vedendo passare il cavaliere, si voltò a’ suoi compagni.

— Eccolo!... disse con uno sguardo scintillante di gioia. Imbecilli! che attribuite al cielo quello che non sapete spiegare!...

Accompagnò queste parole con un sorriso di profondo disprezzo.

— Aspettatemi qui.

— Che andate a fare? dimandò Ruy Soeiro.