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chiamò suo figlio; felicità che io alcuni momenti parevagli un sogno incantevole presso a dileguarsi.

Le due fanciulle erano giunte alla valle e continuavano a camminare fra i gruppi degli arbusti, che costeggiavano quel luogo, formando un grazioso labirinto.

Talvolta Cecilia scioglievasi dal braccio di sua cugina, e correndo pe’ sentieri sinuosi che giravano attorno le piante, ascondevasi dietro le frondi, e si facea per qualche tempo cercare invano da Isabella. Quando questa la scoprirà, prorompevano ambedue in risa, si abbracciavano e continuavano quell’innocente trastullo.

Ma una volta lasciò che don Antonio e Alvaro si avvicinassero; la fanciulla avea uno sguardo tanto scherzoso e un sorriso tanto malizioso, che Isabella mostrossi un po’ inquieta.

— Dimenticai dirvi una cosa, padre mio.

— Sì! e che cos’è?

— Un secreto.

— Vieni dunque a palesarmelo.

Cecilia si separò da Isabella, e accostandosi al fidalgo, gli prese il braccio.

— Abbiate pazienza per un istante, signor Alvaro, diss’ella volgendosi; intrattenetevi con Isabella; dimandatele la vostra opinione sopra quel vago braccialetto che porta. Ancor nol vedeste?

E sorridendo appartossi lievemente con suo padre; il secreto che avea era lo scherzo che al-