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marinare e commercianti 159


II.

     Ma sull’itala tomba il benedetto
Patibolo sorgeva
Del Nazzareno a mallevar che un giorno
I sepolti laggiù risorgeranno;
E così fu. Rïanimato ergeva
Dal lungo e infame letto
La patria il capo: e si guatò dintorno.
Non più scettro; non più schiavi; spariti,
E spariti per sempre.
Uno spiro novel di libertade
Aleggiava pei liti,
Per l’erte piazze e per le torte strade
Fortificando le virili tempre.
Da per tutto di scuri e di martelli
Una ressa operosa
Mista d’allegro favellío risuona,
Senza tregua nè posa,
De le sue coste per l’immensa zona:
È un percoter d’accétte entro i pineti
Al favor degl’inerti anni cresciuti;
Un nuotar di fanciulli irrequïeti,
Sfidando i gorghi; un tessere di vele;
Un fervere d’irsuti
Polsi a temprarsi l’àncora fedele.
E in quell’april di civiltà foriero,
Sopra l’azzurro de le tre marine
Guizzar si vider, come avesser penne:
Navigli a cento a cento,
Superbi di domestiche bandiere