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Molt’Illustre, ed Eccellentissimo


Signore.



V. S. Molt’Illustre, ed Eccellentissima attende a darmi nuove de’ suoi travagli, ed io continuerò a darle parte delle mie consolazioni. E prima le dico, che se bene non ho avuto risoluzione del mio negozio dalla benignità de’ Padroni, e se bene dalle parti di Venezia sono difficoltà grandissime, in ogni modo vivo il piu content’huomo del Mondo, e spero coll’aiuto di Dio superare questi ponti, questi giardini incantati, questi Antropofaghi, e Lestrigoni, Asini armati, e simili altre bestie mostruose, e quando bene non ne potessi cavare costrutto nessuno, io spero uscire di quel bel luogo con onor mio in capo à venticinque anni, e quello che piu mi comforta, spero di rivedere V. S. e stare seco qualche giorno. Le voglio ancora dar parte di un’altro gusto, che ho avuto a’ dì passati con occasione di una strana maraviglia, la quale se bene non mi giunse totalmente nuova, tuttavia non averei mai creduto, che fosse tanto stravagante. La cosa è questa: che un giovane, che viene spesso da me di spirito, ed intelletto assai lucido, trattando meco del freddo, e del caldo, dopo avere egli, ed io celebrata la dottrina di V. S. intorno alle nominate qualità spiegata maravigliosamente nel Saggiatore, mi venne detto. Che se fosse preso un mattone, e tinto dalla me-