Pagina:Alcune operette di Bartolommeo Gamba bassanese.djvu/58

50 narrazione


Studiò a Roma e a Venezia, e, nato grande per l’arte, si lasciò strascinare sfortunatamente dal gusto pazzo da’ tempi suoi. Lavorò moltissimo e frettolosamente; e tra le tante centinaia di sue statue, di quando in quando trovasene alcuna, in cui, oltre a molta imitazione della natura, e facilità di contorno, havvi mossa felice, scarpello maestro; e dicane quello che vuole il dittatore Algarotti, egli non è raro trovarsi un’opera del Marinali, meglio scolpita di alcun’altra del Sansovino o del Vittoria, nomi famigerati1. La sen-


    a’ Monaci di S. Giustina di Padova. Non meritano poi d’essere affatto trascurati anche i due fratelli Marc’Antonio ed Agostino Vanini, eccellenti intagliatori in legno, opera de’ quali erano le figure egli ornamenti del veneto Bucintoro, in cui stava scolpita le seguente memoria: M. Antonius et Augustinus de Vaninis Fratr. Bass. Op. F. MDCI. Il Bucintoro non è quello veduto a’ nostri giorni, ma quello che fu disfatto nel 1720 colla soprintendenza dello scultore Antonio Corradini, direttore della facitura dell’ultimo (V. Temanza, p. 38o 494). Di ciò mi avverti il Brandolese; eppure a me pare che così non sia, e di aver letto co’ miei occhi la suddetta iscrizione in una visita fatta all’arsenale di Venezia quando il naviglio tuttavia sussisteva.

  1. La statua colossale del S. Sebastiano, posta nella chiesa di questo nome in Verona, quantun-