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304 discorso sui reali di francia


Stro cielo, che pure somministrò materiali ai divini poemi dell’Ariosto e del Tasso, ed agli allegri cantori del Pulci, del Berni e del Fortiguerri? Io tengo per fermo che accagionare di ciò si debbano principalmente le infinite e tutte scorrettissime stampe che se ne sono fatte, le quali mettono nella impossibilità di leggere questo libro quale di primo guscio uscì dall'autor suo. Gli Accademici della Crusca ne conobbero de’ frammenti, che furono veduti dal loro Infarinato, ma questi servirono ad apprestare qualche buona voce al loro Vocabolario, e poi rimasero trascurati fra la polvere degli archivi. Dall’anno 1491, in cui si fece in Modena la prima stampa, divenuta rarissima, sin all’anno 1815,in cui in Venezia per l’ultima volta questo libro s'impresse, non si è fatto altro che interpolare, imbrattare, deturpare una dicitura, la quale pure scorgesi essere originalmente stata tutta facile e netta, e ognora plausibile per lo periodare breve, succoso, chiaro e vibrato. Se non si scoprano Codici, sui quali fare studio ed esame, i Reali di Francia non potranno mai pretendere al diritto di autorità reverenda; diritto a cui non aspira certamente nemmeno la presente stampa, la quale, il confesso, è fatta coll'ajuto