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salariato in questa isola per assistere ai pranzi dei governatori, e per non permettere che mangino di quelle cose che possono essere di pregiudizio alla loro salute. Ma, risposegli Sancio, il proibire che io mangi non è pensare alla mia vita, ma alla mia morte: datemi qua quel piattellone che manda fumo, e che mi pare una olea podrida. Absit, rispose il medico, non vi è piatto di peggiore nutrizione della olea podrida. Sancio perdette la pazienza, e gridò ad alla voce: Esci fuora di qua, dottore, Pietro Rezio di Tiratinfuora, altrimenti piglio questa sedia e ti spacco il cervello.


La Visita alla moglie di Sancio.


La Duchessa protettrice di don Chisciotte e di Sancio mandò un suo scudiere a Giovanna Panza con letterà del marito diventato governatore, e col dono di un vezzo di coralli. Stava Giovanna nel suo casolare filando una matassa di stoppa ed avea la carpetta si corta che lasciava scorgere quasi più che le gambe: non era vecchia gran fatto, ma forte, soda, nerboruta, fatticcia. Alle grida di Sancetta sua figliuola, che avea veduto smon-