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di girolamo ascanio molin. 167


in questi giorni medesimi; ma in queste adunanze e in questi giorni in vece, ahi, che per inopinata e luttuosa cagione io qui prendo il suo posto, rassegnato a quella Provvidenza che ridesi sempre degli umani nostri disegni!

Mi avvicinerò ora anche al Parnaso, ma per torcere assai presto il passo, sì perché a me non son famigliari le strade del sacro monte, sì perché io porto opinione non essere il nostro, d’altronde rispettabile socio, pervenuto ad alcun eminente posto nel bel corteggio delle Nove Sorelle.

Due volte vide la pubblica luce un suo voluminoso epico lavoro intitolalo Federico il Grande o sia la Slesia riscattata. Vastissimo n’è il disegno, colorito in ben quaranta canti, nè quali intese il Poeta a descrivere la guerra sostenuta dal grande Eroe della Prussia, incominciando dal momento in cui videsi cacciato dalla Slesia, e terminando in quello della sua restituzione al dominio della medesima nell’anno 1758. Volle spiegare in questo poema i sistemi e gli ordini dello grandi corti moderne, e i maneggi de’ gabinetti, romantico palesandosi prima che questo nome venisse in voga, introdusse episodj e pitture degli odierni costumi che tendono sempre il luogo