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delle pubbliche scuole. 113


vantaggio; e se siam poveri ci lusinghiamo di avvicinarci più presto il tempo da divider coi figli i nostri pesi; se siamo di condizione mediocre miriamo per essi al miglioramento delle nostre fortune; se siamo ricchi ci proponiamo di fermare in una prole educata lo splendore della famiglia, della patria, dello stato. Egli è però ben raro quel caso, in cui, per ottenere si plausibili oggetti, noi ci prestiamo di buon proposito, e fanno forza a nostri voleri o il favoreggiar delle madri spietatamente indulgenti, l’abborrimento alla fatica e alla vigilanza di noi stessi padri, o la troppo comune cecità delle une e degli altri. Io non son qua venuto per tesservi un sermone da uom che porti cherca o cocolla, ma se prendo in esame la mia coscienza, confessar debbo, che sarebbe più di una volta da rovesciare sopra di noi medesimi la colpa della poca riuscita di una porzione che ci è d'altronde cotanto cara. Studiamovi tutti, e pensiamo all’emenda, che io frattanto continuerò ad occuparvi delle nascenti nostre Scuole.

La Scuola Normale sarà preseduta e diretta da uomo di molta intelligenza e capacità, e che desidera di cuore frequenza e spontaneità di concorso. So che v’ha una falsa

Gamba, Opere 8