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Q U I N T O. 47

Ma non sia chi di lui mova parola,
Ne più me lo rammenti:
Tir.Ah Clori, ah cara Clori,
Deh non esser ritrosa;
Mira, che ’n verità mi togli a morte,
Ma non fai già, ch’io viva;
Apprendi intieramente esser pietosa;
Tu benigna Aritea
Non mi venire a men del tuo soccorso;
Darà forse a tuoi prieghi
Nostra felicità, che mai sventura
Vuol, ch’al mio pianto neghi,
Arit.Clori, come compagna
Favellerò con te con molta fede;
Pensa sul fior de gli anni,
E su la vaga tua bellezza, e pensa,
C’havendoti la morte dispogliata
E di padre, e di madre,
È mestieri appoggiar tua giovinezza,
E darle scorta, onde gioiosamente
Tu possa caminar per questa vita,
Ne men securamente;
E ciò per ogni parte
Altro non è, che divenire sposa,
E poscia madre; e se sposarsi è senno,
Come tutti siam certi,
Sposarti con Alcippo
Certo non dee spiacerti;
Primieramente tu guadagni un padre
Sì fatto, quale è Tirsi, e molta schiera
D’honorati parenti;
Ti verranno a le man tante ricchezze
E di gregge, e d’armenti, che maggiori


Per