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54 la torre di massimiano

così povero sempre da essere costretto a fare i suoi viaggi a piedi, non uscendo mai di Lombardia, non destando rumori intorno a sè, lasciando al suo pennello il dire ai suoi contemporanei che coscienzioso e laborioso pittore egli fosse, e ai posteri, che delicato, mirabile, immortale artista egli sia.



Tutta una pietosa, interessante storia domestica esce, a chi ben guarda, dagli affreschi della chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore.

Alessandro Bentivoglio e Ippolita Sforza sono cacciati crudelmente in esilio dal fratello Giovanni II, signore di Bologna, e vengono a chiedere ospitalità al loro parente Francesco II Sforza. Hanno con sè il vecchio padre e la loro unica figliola: una fanciulla dai grandi occhi pensosi, dalle sopracciglia arcuate e fiere, dalla bocca piccina e dolce.

Il padre trova alla corte del cognato, ch’egli aiutò col suo consiglio a ricuperare il Ducato, il conforto di un’amicizia sicura, di una fiducia intiera nel suo senno e nella sua bontà. La madre si consola negli onori e nei doni di cui il Duca compensa la devozione di suo marito, e nel son-