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Non volano ora colombe intorno al campanile di San Simpliciano? non pigolano sulla piazza, addomesticate, come in piazza San Marco a Venezia? No, non s’è mantenuta nel popolo la mistica leggenda, nè il culto per i colombi, e neppure la gran festa del 29 Maggio in cui il clero, i magistrati, il popolo di Milano si recavano in pompa solenne, sotto archi di trionfo, a rendere grazie a Dio nella chiesa di San Simpliciano. Quasi nulla più rimane dell’antica basilica e dell’antica leggenda, fuor che de’ mutilati capitelli nella porta dove figurano uccelli, che forse sono colombi, e una processione, che forse è quella del 29 Maggio.

I barbari devastarono la basilica e i frati la ristaurarono e la rifecero barbaramente; i doni di Ariberto d’Intimiano e de’ cittadini arricchivano i monaci ma non la chiesa. Ha dunque ragione il mozzato campanile di aver un’aria così umiliata.

Altre chiese assorbirono tutte le idealità artistiche e le artistiche ambizioni dei duchi di Milano, e, se non fossero stati i Benedettini, che ritornati nella vecchia basilica, le pareti dell’ampio dell’am-