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300 i libri della famiglia

carissimo. Ma ritiemmi ch’io vorrei avervi premeditato, che pur sino a qui dicendo da me stessi desiderava ordine più di cosa in cosa dedutto e meglio composto.

Lionardo. E a chi sì delicatissimo sarebbe quello ordine tuo, Adovardo, stato ingrato? dove prima ponesti l’amicizia e per nostra e per altrui opera principiarsi; subiungesti qual noi cose facciano chiedere, e quali rendano accetto a grazia e benivolenza; recitasti el modo a principiare familiarità; discernesti con chi fusse facile o difficile adattarsi e aggiugnersi a consuetudine e domestichezza, e ivi desti segni in prima patenti e noti; poi ci rendesti sagaci a investigare le occulte latebre degli animi umani; ultimo cominciasti fabricare e crescere su’ primi congittati fondamenti maggiore e più ferma amicizia: ordine nobilissimo. Tu tanto adunque seguita, e fa sì che per tua dottrina, quale dico utilissima e ne’ nostri libri da me non prima intesa, noi e del tuo insegnarci multiplicare amicizia, e del nostro avere imparato, a te rendiamo, quanto ci fie debito renderti, premio se perseveri; e se non perseveri, non sapendo adattarci a questo officio di amarti, non potremo. Niuna scusa ammettiamo cupidissimi udir te, qual dicesti come si principii amicizia; ora udiremo quella in che modo si faccia maggiore e rendasi perfetta. Séguita.

Adovardo. In non pochissimi de’ nostri e più altrove cittadini studiosi d’avere molti benivoli, col cui favore e suffragio salgano in amplitudine e fra’ suoi stiano temuti conobbi io questa fraude, che chi e’ non poterono a sé forse quanto voleano allettarli e farseli domestichi, curavano per altri fussero tratti in qualche litigio, o indutti in qualche nimicizia grave e capitale, o alfine intriggati in qualche aspera difficultà; onde ivi subito apparecchiati e’ sollecitatori e promettitori, quasi vinti dalla necessità e proposita occasione, dove prima ricusorono chiamati darsi liberi amici, testé per uscire d’incommodo non restano pregare e obligare sua fede e opera a molto meritare da chi poi e’ confessano sé essere servi. Non farò io così; né sarò di quelli che, per rendere più caro el beneficio, sostenga voi in alcuno desiderio di cose ch’io