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libro quarto 289

Olimpia, madre d’Allessandro macedone, solea scriverli fusse studioso d’acquistarsi amicizia con doni, beneficio, e con quelle cose donde egli ampliasse e di sé promulgasse laude e gloria. Ed era in prima sentenza di tutti gli stoici filosofi, nulla più trovarsi attissima a farsi amare che la virtù e la onestà. Così Teseo, quello che superò el tauro maratonio, fu dalla fama e lode di Ercule mosso ad amarlo. Temistocle, dice Plutarco, acquistò fra’ suoi gran benivolenza, perché in magistrato rendendo ragione era iustissimo e severissimo. Aulo Vitellio, quello quale doppo la morte di Silvio otenne il principato in Roma, scrive Suetonio, perché era in augurii perito, fu a Gaio imperadore amicissimo; e non meno a Claudio fu costui medesimo accettissimo, perché e’ bello giucava a tavole. A Ottaviano piacque Mecenas, perché lo provava taciturno; piacqueli Agrippa, quale vedea pazientissimo in ogni fatica. A Catone, vedendo Valerio Flacco suo vicino in villa molto assiduo dare opera alla agricultura, di quale Catone troppo si dilettava, el prese in amicizia. In questi adunque valse la virtù e similitudine di studio alle cose oneste e lodate. L’utilità, e’ benefici, e’ doni, quanto e’ giovino chi nollo sa? Tito Quinzio Flamminio, dicono, perché co’ suoi decreti rendette libera la provincia Asia dalle molte false iscritte usure in quali ella iacea oppressa, acquistò apresso di tutti que’ provinciali maravigliosa benivolenza, e tanta gli fu in teatro renduta festa e gratulazione, che per le grandissime in alto voce messe dal popolo lieto, uccegli non pochi storditi e stupefatti cadderon in mezzo della moltitudine. E che non possono e’ doni? Non solo conciliarsi nuovi amici, ma e reconciliare a grazia e’ già incesi animi di grave malivolenza e indurato odio. La famiglia de’ Fabii in Roma, non in quel tempo assai grata al popolo, quando ricevette in casa e governò a sanità gran moltitudine di feriti in quella battaglia in que’ dì fatta contro gli Etruschi popoli, ove Fabio consule fu morto, per questo recuperò l’antica e buona grazia. E prima sendo el Senato in grande odio e dissension col popolo, fece decreto che si distribuisse stipendio a’ cittadini romani