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8 il suicidio del maestro bonarca

stolse subito gli occhi per non commuoversi; quindi scese lungo la riva in cerca d’un nascondiglio. Ricordava che alla distanza di forse un chilometro, fra le canne e i giunchi, era la casupola d’un piccolo mulino abbandonato; oltre il quale il canale tornava fosso e, per esser diruto l’argine a sinistra, impaludava il piano. Si avviò per il sentiero all’abitacolo; v’entrò da una porticella, e al lume d’un fiammifero vide ove mettersi: su poco strame, dietro un pezzo di macina; nè egli chiedeva più tenero letto a riposare dalla dura battaglia. Ivi attenderebbe il giorno: per i giornali manderebbe il primo ragazzo o galantuomo che transitasse per la via e a cui farebbe credere, ridendo, che gli era caduto il cappello dal ponte. Freddo gli sembrava assai, ma sopportabile a chi non temeva il freddo della morte.... Così, nell’attesa, si mise a pensare a cose che lo distraessero. Le altre sere a quell’ora, se non aveva teatro, giocava a biliardo col marito di.... «Non pensiamoci!» (Non voleva pensare a donne, per non intenerirsi).... Ma quel marito, via!, non giocava mica male; anzi, da competitore formidabile.... E il delegato Rosta?... Un bravo amico, questo; sincero, sebbene questurino; giocatore mediocre a suo confronto, eppure vincitore in una classica partita.... Che meraviglia! Era stato al tempo delle prove.... Oh le sudate prove della Sposa!...; con quei violini che non andavano; con quella cornetta.... Benvoluto da tutti, però; rispettato;