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la fortuna di un uomo 159


Bicci pertanto cominciava a stancarsi di quel fortunato amore; già desiderava, invocava il ritorno di Tredòzi, affinchè Silvia rientrasse nei limiti della discretezza.

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Quando mai Gaspare Bicci ebbe un desiderio che, pur senza sua grande intenzione, non gli fosse esaudito?

Egli e Silvia una mattina, soli (la serva era uscita per le spese), stavano discorrendo del più e del meno e non attendevano al mal tempo e alla pioggia dirotta, allorchè un’improvvisa tremenda scampanellata li interruppe.

— Lui!

Gaspare non disse nulla: trovò; si mise il cappello in testa.

— Che sia proprio lui?

Una seconda scampanellata.

— Dio!... Nasconditi; subito!

— Dove?

— Sotto il letto!

Già egli era ginocchioni, col cappello in testa.

— No! Meglio nell’armadio! — Mentre ve lo spingeva e ve lo rinchiudeva, Gaspare sentì di odiare quella donna.... E una terza scampanellata, lunga, atroce.... Poscia, dall’armadio, si udirono avanzare le voci; bestiale l’una; fioca l’altra.