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150 la fortuna di un uomo


Gaspare Bicci provava nell’animo una impressione quale di carezza lunga, continua; e il suo sguardo a poco a poco avvertiva come un fervore di luce che s’andava definendo in un miraggio di felicità.

IV.

Per beneficenza il signor Giorgio Bicci non lasciò nulla; perchè — era detto nel testamento — beneficando in vita aveva voluto vedere il buono o cattivo uso del suo denaro; e per carità cristiana non aveva voluto, beneficando in morte, che nessuno si compiacesse della sua morte. Erede di tutto lasciò il nipote Gaspare; con solo l’obbligo di una donazione al servo fedele e con l’avviso che, se era difficile trovare un nipote come lui, Gaspare, era impossibile trovare un servo come Luigi. Le quali parole e la massima: «Ama te stesso un po’ più del prossimo tuo», contennero Gaspare in così equa misura nel far la donazione che a lui non parve compiere alcun sacrificio e a Luigi parve ricevere più di quanto meritava.

— Signorino, è troppo! è troppo!

Ah sì, era un uomo sincero, Luigi! Non nascondeva la letizia di poter vivere agiatamente, insieme col suo Gaspare, gli ultimi anni; tut-