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Mostrargli il fido can, mostrar le vacche,
E mostrar la ragion che d’anno in anno
Han doppiato più volte i figli e ’l latte!
Poi menarlo ove stan le biade e i grani,
995In vari monticei posti in disparte;
E la sposa fedel, ch’anco ella vuole
Mostrar ch’indarno mai non passe il tempo,
Lietamente a veder d’intorno il mena
La lana, il lin, le sue galline e l’uova,
1000Che di donnesco oprar son frutti e lode!
E dipoi ritrovar, montando in alto,
La mensa inculta, di vivande piena
Semplici e vaghe; le cipolle e l’erba
Del suo fresco giardin: l’agnel ch’il giorno
1005Avea tratto il pastor di bocca al lupo
Che mangiato gli avea la testa e ’l fianco!
Ivi, senza temer cicuta e tosco
Di chi cerchi il tuo regno o ’l tuo tesoro,
Cacciar la fame, senza affanno e cura
1010D’altro che di dormir la notte intera,
E trovarsi al lavor nel nuovo sole!

Ma qual paese è quello ove oggi possa,
Glorïoso Francesco, in questa guisa
Il rustico cultor goderse in pace
1015L’alte fatiche sue sicuro e lieto?
Non già il bel nido ond’io mi sto lontano,
Non già l’Italia mia; che, poiché lunge