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Sotto l’impero suo, ponendo lieto
Sempre il primo tra lor la mano all’opra:
Largo lor di mercè, di tempo scarso
Per ciascuna stagion, ch’un’ora sola
Del commesso lavor non passe indarno:
780Al più franco villan sia più cortese
Di vivande talor, talor di lode,
Perch’aggia ogni altro d’imitarlo ardore:
Non con grevi minacce o con rampogne,
Ma insegnando e mostrando induca il pigro
785A divenir miglior; poi rappresenti
Di sé stesso l’esempio: in quella forma
Che ’l saggio imperator, che ’ndietro vede
Pallida e con tremor la gente afflitta
Tornar fuggendo, e sbigottita il campo
790Al suo fero avversario aperto lascia;
Che, poiché nulla val conforto e prego,
Egli stesso alla fin cruccioso prende
La trepidante insegna, e ’n voci piene
Di dispetto e d’onor la porta, e ’n mezzo
795Dell’inimiche schiere a forza passa;
Ch’allor riprende ardir l’abbietta gente;
E da vergogna ind¢tta, e dal desio
Di racquistar l’onor, sì forte l’orme
Segue del suo signor, che in fuga v"lto
800Ritorna il vincitor del vinto preda.
Della famiglia sua la fronte e ’l piede