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E ’l fidarse d’altrui che ’l falso scriva,
Troppo periglio tien; ma indotto e rozzo
750Più sovente danar che libri apporta.
Non sia giovin soverchio, o troppo antico;
Ch’a quel la degnità, la forza a questo
Abbastanza non fia: l’età di mezzo
L’una e l’altra contiene, e ch’aggia sposa
755Che sì bella non sia, che dal lavoro
Amore o gelosia lo spinga a casa;
Né tal ancor, che fastidioso vegna,
Ricercando l’altrui, del proprio albergo.
Dai festivi conviti, e d’altrui giuochi
760Viva sempre lontan: non vada intorno
Fuor delle terre sue, se non vel mena
Il vendere o ’l comprar bestiami o biade.
Non si cerchi acquistar novelli amici;
Né di quel ch’egli ha in casa, sia cortese:
765Non inviti o riceva entro all’albergo,
Se non quei del padron congiunti e fidi.
Non lasce ai campi suoi far nuove strade;
Ma quelle ch’ei trovò, con siepi e fosse
Negli antichi confin ristrette tenga.
770Quel che riporta onor, grazia e bellezza,
Lasci far a chi ’l paga; e solo intenda
Al profitto maggior la notte e ’l giorno.
Non sia nel comandar ritroso ed aspro,
Ma sollecito e dolce a quei che stanno
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