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Colla coperta lor, che i tetti ingombre;
Così tutto condur nel luogo eletto,
Perch’al bisogno poi null’altra cosa
Ti convegna trovar, che l’arte e i mastri.
320Ma innanzi a questo far, consiglio e senno
Molto convien per disegnar il sito,
Che come utile e bel non truove infermo.
Quel felice è da dir, che i campi suoi
Di qualch’alma città non ha lontani,
325Che più volte raddoppia ai frutti il pregio:
Poi quello ancor, che sentir puote appresso
Franger Nettuno, e che serrato il vede
Tra colli e scogli ove di Borea e d’Ostro
Non pavente il nocchier, né tema il legno;
330O ch’ha fiume vicin, che il greve incarco,
E scendendo e montando, in pace porte.
Ma perché a questo aver, talor contende
La nuda povertà dei pigri amica,
Talor fortuna, che tra monti e sassi
335Diede il natio terren, come si vede
L’industre fiorentin, che lunge ascose
Intra l’alpi e i torrenti all’onde salse;
Or, poiché contro al fato andar non vale,
Cerchisi aver almen salubre il cielo,
340E fertile il terren, che sia diviso
Parte in campestre pian, e parte in colli
Ch’a l’Euro e ’l Mezzodì voltin la fronte: