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Che tante in esso son, che ben lo puote
La natura dell’uom chiamar germano.
Nella tenera età crescente ancora,
Che di caldo e d’umor soverchio abbonda;
320Quando temprato sia, non solo apporta
Nutrimento miglior, ma in vece viene
Di medicina ancor, ch’asciughi alquanto,
E ’l calor fanciullesco infermo e frale
Col suo sommo valor sostenga e ’nformi.
325Nella perfetta età, colonna e scudo
Del natural vigore è questo solo.
E degli ultimi dì, che deggio io dire?
Ch’è sì chiaro a ciascun, che ’l mondo canta
Ch’alla debil vecchiezza il vin mantiene,
330Solo, il caldo, l’umor, le forze e l’alma,
E la toglie al sepolcro e ’n vita serba.
Già le membra e ’l poter del seme umano
Per ciascuna stagion, per ogni etade
Non pur nutre, sostien, conforta, accresce;
335Ma l’ingegno, il discorso, e l’altre parti
Che dell’animo son, risveglia, e rende,
Se moderato vien, più agute e pronte.
Questo spoglia il timor, riveste ardire;
Porta in alto i pensier, pigrizia scaccia,
340Né gli può cosa vil restare in seno:
Questo ci mostra in ciel le stelle e i poli,
I cerchi e gli animai che van d’intorno,