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Silenzio 267


tu che imperi a le belle
feste dell’Alba e tieni
in tuo giogo i sereni
pelaghi de le stelle;

non mai, non mai sian rotte
le magìe del tuo regno,
o grande, o solo degno
amante della Notte!» —
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Va il coro di segrete
voci senza parola
e, in mille forme, sola
una lode ripete;

va, come una profonda
fiumana, a ignota foce,
tranquillo, con la voce
monotona dell’onda...