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Febbre 129

Vero; è Natale, ma mio padre immoto
dorme laggiù presso la villa immersa
tra gli abeti. È Natale... oh ma i fratelli
non s’abbraccian per via!...
                              Donami ancora
un altro sogno, amica febbre! io veda
svanir come ombra, al divampar d’un grande
foco d’amore, l’indigenza, e il mondo
finalmente placato in una fede
sicura e forte come l’universo,
in ogni terra, e per ognuno il sasso
delle tombe non sia più che la porta
dell’infinito.
                   A quella soglia io forse
m’approssimo?... chi sa? Forse il mio sogno
s’avvera, e lieto il padre mio dischiude
il valico per me, recando il vivo
dono di luce?...
                       Dagli oscuri abissi
della vita, assorgiamo, anima! albeggia
l’erta, che attinge il vertice del vero.