Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
RINUNCIA.
Alla sua porta giunse un cavaliero
e disse: — «Le tue guance hanno il colore
dei ceri; hai l’occhio spento;
e fra le attorte ciocche del tuo nero
crine lampeggia qualche fil d’argento.
Che attendi ormai? Senti che scoccan l’ore?
Senti?... Son l’ore estreme dell’estrema
tua giovinezza; un ultimo bagliore
di vespero, e dirotte
pioveran l’ombre; l’anima non trema
dinanzi al dubbio dell’eterna notte?...
T’offro l’ultimo sogno; io son l’Amore!