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come sia conoscibile l’infinito 277


Sofia. Come l’infinito può essere conosciuto dal finito? e l’infinita bellezza come si può imprimere in mente finita?

Filone. Questo non è strano, perché la cosa conosciuta sta e s’imprime nel conoscente secondo il modo e natura di esso conoscente, e non del conosciuto. Mira che tutto l’emisperio è visto da l’occhio ed è impresso ne la minima pupilla, non giá secondo la grandezza e natura celeste ma secondo è capace la quantitá e virtú de la pupilla: cosí l’infinita bellezza s’imprime ne la finita mente angelica o beata, non secondo il modo de la sua infinitá, ma secondo la finita capacitá de la mente che la conosce; ché l’occhio de l’aquila vede, e si transfigura in quello il lucido e gran sole dirittamente, non come egli è in sé ma come l’occhio de l’aquila è capace di riceverlo. Uno altro conoscimento è de l’immensa bellezza divina, che s’agguaglia a quella, il quale è quello che ’l sommo Dio ha di sua propria bellezza, ed è come se ’l sole con la sua luciditá (che è visibile) vedessi se stesso, ché quella saria visione perfetta, però che la cognizione s’agguaglia al conosciuto. Sono dunque tre visioni di Dio, come del sole: l’infima de l’intelletto umano, che vede la bellezza divina in enigmate de l’universo corporeo, che è simulacro di quella, sí come l’occhio umano che vede il lucido corpo del sole transfigurato in acqua o in altro diafano impresso, però che de diretto non è capace di vederlo; la seconda è de l’intelletto angelico, che vede l’immensa bellezza divina de diretto, non agguagliandosi con suggetto ma ricevendolo secondo la sua finita capacitá, cosí come l’occhio de l’aquila vede il chiaro sole; la terza è la visione de l’intelletto divino de la sua immensa bellezza, la quale s’agguaglia con l’oggetto, come se ’l lucido sole se stesso vedessi.

Sofia. Mi piaceno le tue soluzioni di questo secondo dubio: ma mi resta pur difficile che, essendo gli angeli immutabili e sempre in un grado di felicitá, come può essere che sieno in potenzia a qualche perfezione d’essere in atto (come hai detto) de la loro coppulazione divina? e se loro sono sempre coppulati con la divinitá, non bisogna desio né amore per quello che sempre hanno, ché (come dici) si disia ciò che manca e non quello che sempre si possiede.